Ti dirò che sono anch' io piuttosto perplesso, in effetti non stiamo parlando dei fantomatici vaccini russi, le grandi multinazionali occidentali del farmaco non credo si vogliano impegolare con class actions sapendo di aver fatto cazzate.
Per contro rifletto sempre su quel carrozzone inattendibile che è l' OMS e sulle esperienze già vissute dalla gente per cose giudicate inizialmente del tutto innocue tipo l'eternit e il glifosato.
Capisco che un vaccino sia un'altra faccenda, che indurre una risposta immunitaria non sia certamente alla stregua di produrre una sostanza, ma sai, un po' di timore....
Riflettevo sul fatto che viene presentato come l'unica uscita dal problema, ecco. E magari chi lo dice ci ha pure ragione.(?)
Già.
A me piace la scienza e la tecnica.
E mi piace per dei motivi ben precisi.
NON è un atto di fede, bensì è un sistema di fatti analizzati e trasformati in dati attraverso la rielaborazione dell'errore.
E' capacità di confronto anche acceso ma aperto ed esplicito che non si nasconde, è avere il coraggio di prendere una posizione e portarla avanti individuando quando con chi e come discuterla. Assumendosene le responsabilità.
Non funziona sui sentimenti e neppure sulle opinioni personali.
Non funziona sul vissuto esperienziale singolo.
Soprattutto è replicabile.
Si basa sull'etica - nella sua accezione propria -, e non sulla morale.
E' frutto di ricerca e non di spinta impulsiva in risposta ai bisogni emozionali del momento o del contesto.
Non cerca risposte, ma le trasforma in domande per proseguire nell'incognita. (pensa in tutto questo come si colloca l'assurda ricerca di stabilità e sicurezza che caratterizza questo tempo).
Partendo da questi presupposti, io guardo la questione farmacologica.
Se parliamo di farmaci,
uscendo dalla morale (e dalla propaganda) della sicurezza, è evidente che siamo tutti cavie di un esperimento. (per ogni farmaco)
E non è possibile sia diversamente, ad ora. (anche se stanno evolvendo le ricerche riguardanti la cura personalizzata. Ma sarà lunga).
Non mi tocca emotivamente questa cosa.
E' un fatto e come tale lo assumo ogni qualvolta utilizzo un farmaco o mi sottopongo ad analisi.
I medici sbagliano e nell'errore affinano le cure. Non può che esser così.
Usano i cadaveri per imparare
dei vivi (e pensa all'assurda indicazione ad inizio pandemia quando hanno vietato le autopsie).
Tutto questo lo considero semplicemente esser parte di un sistema complesso.
MA.
A riguardo non faccio atti di fede.
Nello stesso modo mi muovo riguardo il vaccino.
E i vaccini in generale.
A quanto ho letto l'unico virus debellato tramite vaccino è il vaiolo
https://www.huffingtonpost.it/entry...-sparire-il-virus_it_5fba2b2cc5b68ca87f7c124d
Quel che io osservo è la richiesta di un atto di fede. (oltre che una ipotesi consolatoria).
(
non apertamente nel vaccino, fra l'altro, ma al vaccino come soluzione VELOCE per un ritorno alla sicurezza e alla normalità - e questo mi sa invece di gran presa per il culo)
Da parte della politica, che a sua volta tenta di rispondere alle richieste di una popolazione che, come scrivevo in un altro post, non è in grado di posticipare il rinforzo.
Come i bambini...se fai il bravo (ti vaccini), ti do la caramella (torneremo a correre nei prati - e sulle spiagge affollate - e ad abbracciarci e baciarci...yeahh). Andrà tutto bene

peccato che il futuro non si costruisca nel futuro, ma nel presente.
E, tecnicamente, affermo che anche con i bambini questo metodo è profondamente disfunzionale se l'obiettivo è costruire motivazione.
Se invece l'obiettivo è avere un controllo a termine - creando la dipendenza dal rinforzo - allora è funzionalissimo.
Negli adulti scatena ulteriori dinamiche, l'epica dell'eroismo, il sacrificio, la propria unicità offerta in dono, piuttosto che la negazione, il rifiuto.
(sono tutte dinamiche equivalenti. Differenti risposte alla stessa identica domanda. Due facce della stessa medaglia).
..."instant gratification takes too long", era una battuta negli anni 80 e neppure di un qualche studioso.
Ma ha descritto in modo piuttosto preciso il tempo che sarebbe venuto allora, che altro non è che il tempo che viviamo ora.
E quella gratificazione è alla base di una struttura economica globale.
Quindi non può esser demolita.
Cosa comporterebbe demolirla dal punto di vista dell'economia?
Pensa ad amazon che ha costruito il suo impero sulla velocità della consegna.
I sistemi di tracking. La velocità della soddisfazione.
Ecco. Io non so nulla di vaccini.
Ma leggo le dinamiche che girano intorno.
E semplicemente preferisco chi mi presenta cose in termini scientifici.
Di questi vaccini so che i grandi capi han venduto le azioni con un tempismo perfetto.
Di questi vaccini per ora stanno parlando le aziende.
Quindi, fino ai dati e fino a quando io non leggo un serio confronto a riguardo (e non su fb o similari ma su riviste scientifiche e di settore) mi sospendo.
Non sono neppure interessata alla polemica economia-salute.
Ritengo che la salute sia da tempo sottoposta all'economia.
E va benissimo se l'economia permette una evoluzione e strumenti sempre più elaborati.
Ma controllo l'equilibrio con cui si muove la dinamica fra le due.
Trovo piuttosto deludente che ancora non si riesca a fare un discorso a lungo termine sulla necessità di cambiare profondamente il nostro stile di vita. Che di nuovo venga venduta l'illusione che tutto resterà immutato.
A caro prezzo fra l'altro...lidl però insegna a riguardo...
