E' una forma di economia ancora abbastanza antica. Quanti di noi si sarebbero sposati dando un valore "finanziario" a... Che ne so

... Quanto "vale" la divisione "per sempre" di uno spazio e di un indirizzo di vita?

. Perché prima di avere "aspettative", bisogna che io acquisti. E il prezzo è di ME CHE DIVIDO CON TE, per sempre, nel matrimonio, almeno alcuni degli aspetti più importanti di quello che di più importante ho, vale a dire la vita. Nessuno credo che sia in grado di pagare VOLENTIERI quel prezzo, impegnandosi con rate pressoché infinite. Chi lo fa? Lo fa un debitore per evitare un fallimento, e di sicuro non lo fa con piacere, ne' gli torna il piacere di non essere il solo con quel destino (che al massimo e' magra consolazione)

. Il piacere è nel continuo baratto dove percepisco la materialità di ciò che pago io, e la immaterialità (diretta o indiretta) di ciò che mi torna indietro sotto forma di plusvalore. Come una sorta di riciclo. Per cui se in ipotesi mi faccio da sola carico di acquistare casa per entrambi do' soldi in cambio di un posto che mi restituisce il plusvalore che TU ci vivrai con me. Che per me e' l' immateriale che fa quadrare l'economia, e per te è il materiale che esce e che ritorna sotto forma del mio volerti bene e quindi che mi vuoi bene perché te ne dimostro

.
In tutto questo
Mi sa che ho fatto casino in qualche passaggio

Però è curiosa questa economia dell'amore che tutto trasforma e direi anche che tutto ribalta. Finché dura. Ci accorgiamo di quanto sia folle questa economia quando appunto finisce questa trasformazione tra materiale ed immateriale. Un po' come pagare una discreta somma in asta per un oggetto richiesto in quel momento dal mercato, e trovarsi 5 anni dopo a trovare disturbante quella somma pagata in virtù di un realizzo pari alla metà dell'esborso. O siamo disposti a riconoscere che in questi 5 anni l'oggetto ce lo siamo goduto, o altrimenti l'economia non tornerà mai.