Rebecca
Utente di lunga data
Da quando Basettoni c'è, il pensiero di Cialtry e di Grugno è diventato tollerabile. Soprattutto, è passato in background.
Riesco gioiosamente a vivere la vita, i passi non mi portano più per i soliti percorsi, lo sguardo non cerca più, il radar e il sonar sono disattivati.
Possiamo far suonare le campane: soprattutto non ci spero più! Orami farebbe schifo.
Però sono rancorosa, offesa e incazzata. "Finalmente!", potrebbe dire qualcuno. Adesso campeggia, quando lo penso, il ricordo della sua cafonaggine, della sua maleducazione, della sua completa insensibilità. Ieri ero in macchina con mio padre e l'abbiamo superato in bicicletta. Sulla strada che porta alla casa di lei. Beh,dovrei chiamarla "loro", ormai. Ho quasi avuto il desiderio che cadesse e lo prendessimo sotto...
Che si facesse un po' di male, non tanto, ma un po'. Lo odio.
Vorrei capire se è patologico o se è giusto. Magari dovevo farlo prima, quando invece di incazzarmi come una bestia per il modo in cui mi ha mollata o per quello che mi ha scritto dopo la recente ricaduta "evita di contattarmi", stavo a cercare di fargli vedere come fossi una donna appagata ed equilibrata.
Ho fantasticato nelle scorse settimane di strisciargli la macchina, di scrivere una lettera a lui indirizzandola a casa di lei in cui emergessero le corna di lei. Ho fantasticato di incontrarli, sedermi al loro tavolino e dire qualcosa che lo mettesse in difficoltà. Ho fantasticato di scrivere lettere anonime a sua moglie in cui raccontarle che la Grugnetta è già cornuta a sua volta, come se questo potesse darle sollievo. Ho fantasticato di dirgli di evitare di conttatarmi e di dirglielo davanti a lei.
E' stata una descalation (neologismo). Ora mi limito a fantasticare di reagire rabbiosa al suo saluto, di insultarlo per strada. Di dirgli quelle due cose che so possono fargli male. So quali sono i suoi complessi.
E' così sbagliato? Io sono arrabbiata ma forse soprattutto con me per avergli permesso di trattarmi così. E ora vorrei fargli capire che la musica è cambiata.
Riesco gioiosamente a vivere la vita, i passi non mi portano più per i soliti percorsi, lo sguardo non cerca più, il radar e il sonar sono disattivati.
Possiamo far suonare le campane: soprattutto non ci spero più! Orami farebbe schifo.
Però sono rancorosa, offesa e incazzata. "Finalmente!", potrebbe dire qualcuno. Adesso campeggia, quando lo penso, il ricordo della sua cafonaggine, della sua maleducazione, della sua completa insensibilità. Ieri ero in macchina con mio padre e l'abbiamo superato in bicicletta. Sulla strada che porta alla casa di lei. Beh,dovrei chiamarla "loro", ormai. Ho quasi avuto il desiderio che cadesse e lo prendessimo sotto...

Vorrei capire se è patologico o se è giusto. Magari dovevo farlo prima, quando invece di incazzarmi come una bestia per il modo in cui mi ha mollata o per quello che mi ha scritto dopo la recente ricaduta "evita di contattarmi", stavo a cercare di fargli vedere come fossi una donna appagata ed equilibrata.
Ho fantasticato nelle scorse settimane di strisciargli la macchina, di scrivere una lettera a lui indirizzandola a casa di lei in cui emergessero le corna di lei. Ho fantasticato di incontrarli, sedermi al loro tavolino e dire qualcosa che lo mettesse in difficoltà. Ho fantasticato di scrivere lettere anonime a sua moglie in cui raccontarle che la Grugnetta è già cornuta a sua volta, come se questo potesse darle sollievo. Ho fantasticato di dirgli di evitare di conttatarmi e di dirglielo davanti a lei.
E' stata una descalation (neologismo). Ora mi limito a fantasticare di reagire rabbiosa al suo saluto, di insultarlo per strada. Di dirgli quelle due cose che so possono fargli male. So quali sono i suoi complessi.
E' così sbagliato? Io sono arrabbiata ma forse soprattutto con me per avergli permesso di trattarmi così. E ora vorrei fargli capire che la musica è cambiata.