Bruja
Utente di lunga data
Girando per internet ho trovato questa definizione che riporto integralmente e che mi sembra abbia titolo di entrare in questo forum con tutti i crismi..............
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Nell’esperienza del tradimento assistiamo alla rappresentazione del solito dramma universale tra due opposte e altrettanto legittime ragioni: da una parte l’esigenza di superare un problema di iniquità, di procedere dunque verso sempre maggiore "giustizia" e libertà; e dall’altro il tentativo disperato di preservare e difendere le posizioni raggiunte.
E’ opportuno osservare che in questo dramma il vissuto della trasgressione non è mai simmetrico nè contemporaneo nelle due parti in causa.
Da un lato l’attore vive l’esaltazione, seppure conflittuale, delle catene spezzate e dell’ordine precostituito appena infranto. Non v’è in lui intenzionalità aggressiva, nè è possibile un riduttivo giudizio morale nel suo gesto in quanto esso rappresenta il tentativo di realizzare un suo buon diritto a migliorare. L’attore del tradimento è colui che ha osato infrangere il tabù dell’incesto.
Il vissuto del tradimento vero e proprio è invece prerogativa esclusiva, a ben osservare, di colui che lo subisce. Egli è l’anello debole, in quel momento, del rapporto inteso come laboratorio evolutivo, perchè incarna il lato conservatore.
Egli è colui che vivendo la rescissione unilaterale di un presunto contratto, cade nella depressione del rifiutato, dell’abbandonato, dell’umiliato, ecc. Ma paradossalmente è quello dei due, che maggiormente ha la possibilità, trovando ovviamente un referente esterno che lo aiuti in ciò, di elaborare la propria depressione in nuova consapevolezza.
Anche Cristo ha avuto bisogno di Dio per sopportare l’infinito dolore e l’infinita solitudine a cui il tradimento di Giuda lo aveva consegnato.
La nostra è storia di tradimenti agiti e subiti e il tradito è importante quanto il traditore. Ciascuno di noi è alternativamente sia Cristo che Giuda. Cristo ha bisogno di questo lato oscuro, ombroso che gli permette di fare i conti con se stesso, con la sua umanità, di compiere il passaggio dal particolare all’universale. Anche Cristo ha avuto paura e il traditore segna l’impossibilità che la paura vinca. Giuda consegna Cristo e Cristo non può sottrarsi alla sua sorte nonostante giunga a gridare "Dio mio perchè mi hai abbandonato? ".
Il traditore ci costringe a fare i conti con noi stessi, a buttar giù i nostri pregiudizi, ci lascia nudi e morti, e possiamo rinascere di nuovo ricercando, reinterrogandoci su cosa è l’amore, sul punto a cui siamo giunti. Egli ci restituisce alla nostra povertà, ci spoglia di tutto anche del nostro amore di noi stessi. Ci costringe a compiere un salto. Il traditore è evolutivo quando riesce a costringere il tradito a tradire. Ciò non è tanto prerogativa del traditore. E’ capacità e disponibilità del tradito a farsi fecondare da vicenda così dolorosa. Molti miei analizzandi arrivano a me sotto il fardello di un tradimento subito, vissuto in modo così devastante da indurre sentimenti di grave depressione.
Il tradito che entra in analisi già in questo gesto rinuncia al copione della vittima passiva e intuisce che potrebbe esserci del buono anche per lui nello "scherzetto" che il partner gli ha tirato. E questo indipendentemente dagli atteggiamenti, dalle intenzioni e dalla coscienza del traditore.
E il "buono" è nuova conoscenza che in lui si dispiega e che lo catapulta in una nuova dimensione relazionale in cui le parole amore e tradimento saranno accolte con un nuovo significato. Quando il tradito salta in questo nuovo mondo s’accorge che ha tradito se stesso, le sue vecchie convinzioni. Anche lui ha commesso il divino incesto.
A voi commentare............
Bruja
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Nell’esperienza del tradimento assistiamo alla rappresentazione del solito dramma universale tra due opposte e altrettanto legittime ragioni: da una parte l’esigenza di superare un problema di iniquità, di procedere dunque verso sempre maggiore "giustizia" e libertà; e dall’altro il tentativo disperato di preservare e difendere le posizioni raggiunte.
E’ opportuno osservare che in questo dramma il vissuto della trasgressione non è mai simmetrico nè contemporaneo nelle due parti in causa.
Da un lato l’attore vive l’esaltazione, seppure conflittuale, delle catene spezzate e dell’ordine precostituito appena infranto. Non v’è in lui intenzionalità aggressiva, nè è possibile un riduttivo giudizio morale nel suo gesto in quanto esso rappresenta il tentativo di realizzare un suo buon diritto a migliorare. L’attore del tradimento è colui che ha osato infrangere il tabù dell’incesto.
Il vissuto del tradimento vero e proprio è invece prerogativa esclusiva, a ben osservare, di colui che lo subisce. Egli è l’anello debole, in quel momento, del rapporto inteso come laboratorio evolutivo, perchè incarna il lato conservatore.
Egli è colui che vivendo la rescissione unilaterale di un presunto contratto, cade nella depressione del rifiutato, dell’abbandonato, dell’umiliato, ecc. Ma paradossalmente è quello dei due, che maggiormente ha la possibilità, trovando ovviamente un referente esterno che lo aiuti in ciò, di elaborare la propria depressione in nuova consapevolezza.
Anche Cristo ha avuto bisogno di Dio per sopportare l’infinito dolore e l’infinita solitudine a cui il tradimento di Giuda lo aveva consegnato.
La nostra è storia di tradimenti agiti e subiti e il tradito è importante quanto il traditore. Ciascuno di noi è alternativamente sia Cristo che Giuda. Cristo ha bisogno di questo lato oscuro, ombroso che gli permette di fare i conti con se stesso, con la sua umanità, di compiere il passaggio dal particolare all’universale. Anche Cristo ha avuto paura e il traditore segna l’impossibilità che la paura vinca. Giuda consegna Cristo e Cristo non può sottrarsi alla sua sorte nonostante giunga a gridare "Dio mio perchè mi hai abbandonato? ".
Il traditore ci costringe a fare i conti con noi stessi, a buttar giù i nostri pregiudizi, ci lascia nudi e morti, e possiamo rinascere di nuovo ricercando, reinterrogandoci su cosa è l’amore, sul punto a cui siamo giunti. Egli ci restituisce alla nostra povertà, ci spoglia di tutto anche del nostro amore di noi stessi. Ci costringe a compiere un salto. Il traditore è evolutivo quando riesce a costringere il tradito a tradire. Ciò non è tanto prerogativa del traditore. E’ capacità e disponibilità del tradito a farsi fecondare da vicenda così dolorosa. Molti miei analizzandi arrivano a me sotto il fardello di un tradimento subito, vissuto in modo così devastante da indurre sentimenti di grave depressione.
Il tradito che entra in analisi già in questo gesto rinuncia al copione della vittima passiva e intuisce che potrebbe esserci del buono anche per lui nello "scherzetto" che il partner gli ha tirato. E questo indipendentemente dagli atteggiamenti, dalle intenzioni e dalla coscienza del traditore.
E il "buono" è nuova conoscenza che in lui si dispiega e che lo catapulta in una nuova dimensione relazionale in cui le parole amore e tradimento saranno accolte con un nuovo significato. Quando il tradito salta in questo nuovo mondo s’accorge che ha tradito se stesso, le sue vecchie convinzioni. Anche lui ha commesso il divino incesto.
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Bruja