J
jher
Guest
Lui, 40 anni da pochi giorni, biondo, occhi chiari, un certo fascino, persona piacevole.
Io, 25 anni, ho un bel lavoro, dirigo dei cantieri, un lavoro che in genere fanno gli uomini sui 35, carina, sorridente, sveglia (...anche se a volte sono proprio tonta).
Dal primo incontro (professionale, il mio capo collabora con lui e io pure) si capisce che non gli sono indifferente.
Vabbè, ci sono abituata, il mio è un mondo di uomini, io in genere sorrido ma faccio capire chiaramente che non è cosa.
Invece con lui ogni volta che potrei inserire nella conversazione le magiche paroline "il mio fidanzato" non ci riesco.
Mi ritrovo a ridere alle sue battute, a rispondere alle sue velate frasi di "corteggiamento", a pensarlo.
Prima un innocuo invito a pranzo dopo ore di lavoro nel suo studio.
Poi un the pomeridiano per fare due chiacchiere.
Sono spiazzata.
Passano a volte settimane senza sentirci, a volte dopo poche ore mi richiama per ragioni futili.
Il mio ragazzo, che amo da morire, non sa nulla, ma sono mesi che è andato a vivere fuori per lavoro e ci vediamo pochissimo, ci sentiamo poco, è preso dal lavoro, cerco di fargli capire che avrei bisogno di sentirlo più vicino, ma le cose cambiano poco.
Decido di allontanarmi dall'altro. Quando lui mi dice "mi chiami solo per lavoro" gli rispondo che quando chiamo un amico per lavoro magari ci faccio anche due chiacchiere, ma i colleghi-amici non è che li chiamo così, dal niente.
La volta successiva in cui lo vedo gli racconto i dettagli di un fine settimana a Milano col mio fidanzato.
Mi applaudirei da sola.
Ma ogni vola che lui mi guarda sento un brivido assurdo nella schiena.
Sento il suo desiderio, e non capisco più niente.
Passano i mesi e in me continua la lotta fra razionalità e desiderio.
Con lui a volte sono ammiccante nelle risposte in un modo che mi fa sorprendere di me stessa, a volte sono scostante e gli dico cose del tipo "non scherzare, non trascendere".
Finchè non mi rendo conto che non posso lottare per sempre.
Un giorno mi chiede se può venirmi a prendere dall'ufficio e gli dico di sì.
Aperitivo.
Bacio sfuggente sulle labbra.
E sono sempre più incasinata.
mi rendo conto che non lo amo, nemmeno lontanamente quello che provo per il mio uomo.
Ma ho passato tutta la vita a reprimere gli istinti, ad essere affidabile, seria, ragionevole.
E all'improvviso non ne sono più in grado.
Il giorno successivo parliamo e lui mi dice che è impegnato, ha una compagna.
Io lo immaginavo, ma mi colpisce il suo appello al voler essere sincero e trasparente. E con lei? Non lo è di certo.
Avrei dovuto capire, ma ho voluto chiudere gli occhi.
Ma dice che la vita gli ha insegnato ad essere istintivo, a seguire i suoi desideri. Dice che non gli era mai successo prima. il mio ego ovviamente è alle stelle
Ci baciamo ancora. mi chiede di vederci nel suo studio il giorno dopo, di sabato.
Insiste e alla fine cedo. E' bello stare insieme, baciarci, accarezzarci, ma io sono una ragazzina, a credere che a lui basti. Vuole di più, ma io non me la sento. Le parole sono confortanti. "Non ti preoccupare, non deve per forza succedere, andiamo a fare colazione al bar, io ti desidero, ma vale anche la pena essere qui solo per dieci minuti a parlare con te."
Vado via più confusa che mai.
Ci penso e ci ripenso e arrivo al lunedì convinta di non desiderarlo ccosì tanto.
Finchè non ci vediamo. Finchè non mi chiama. Finchè non mi parla e mi dice che ha esagerato, che non sa cosa gli sia preso, è stato davvero troppo irruento.
Due gironi dopo ci vediamo ed io ho voglia di passare del tempo insieme.
Mi propone una sua casa dove va solo a volte. "non ti preoccupare, solo per stare un pò insieme, non deve succedere nulla se non ti va". illusa!
Dopo poche ore siamo nudi, anche se sul più bello mi ritraggo e gli dico che voglio andare a casa. Sono ancora troppo confusa. Lui è trenquillo e mi riaccompagna "non è che deve succedere per forza, magari non succederà mai, stai tranquilla" Il giorno dopo mi chiama per chiedermi come va.
Passo la giornata ad impedirmi di chiamarlo, al pomeriggio cedo, prendo l'auto e vado da lui, chiedendogli di scendere cinque minuti per dargli il regalo del suo compleanno. Stare con lui è sempre bello. Passiamo un'ora a parlare nel parco vicino, nonostante io continui a dirgli di tornare, lui rimanda sempre di cinque minuti.
Ma mi sono accorta che ultimamente non è parlare il suo obiettivo. So che vuole solo portarmi a letto.
Perchè lo faccio? Per questo sfarfallio al cuore che mi fa sentire quando mi guarda con quegli occhi pieni di passione e desiderio, come fossi la cosa più eccezionale che ci sia.
mi ha appena chiamata, chiedendomi se ero sola, perchè nel caso passava a salutarmi. Gli ho detto che ero con la mia coinquilina, ma poteva passare a vedere la casa. Dice che non può. Ma mi chiede quando possiamo vederci da soli.
gli rispondo freddamente che è molto difficile. Non voglio essere la sua bambola. Quando lui mi chiede perchè dico così ribatto che è dovuto ai suoi atteggiamenti e che non mi va certo di spiegargli. Mi saluta con la consueta dolcezza.
Ma cosa cerco? Cosa voglio?
Che casino in me... aiutatemi, se potete, a capirci qualcosa... e scusate per il post prolisso...ho cercato di sintetizzare..
Io, 25 anni, ho un bel lavoro, dirigo dei cantieri, un lavoro che in genere fanno gli uomini sui 35, carina, sorridente, sveglia (...anche se a volte sono proprio tonta).
Dal primo incontro (professionale, il mio capo collabora con lui e io pure) si capisce che non gli sono indifferente.
Vabbè, ci sono abituata, il mio è un mondo di uomini, io in genere sorrido ma faccio capire chiaramente che non è cosa.
Invece con lui ogni volta che potrei inserire nella conversazione le magiche paroline "il mio fidanzato" non ci riesco.
Mi ritrovo a ridere alle sue battute, a rispondere alle sue velate frasi di "corteggiamento", a pensarlo.
Prima un innocuo invito a pranzo dopo ore di lavoro nel suo studio.
Poi un the pomeridiano per fare due chiacchiere.
Sono spiazzata.
Passano a volte settimane senza sentirci, a volte dopo poche ore mi richiama per ragioni futili.
Il mio ragazzo, che amo da morire, non sa nulla, ma sono mesi che è andato a vivere fuori per lavoro e ci vediamo pochissimo, ci sentiamo poco, è preso dal lavoro, cerco di fargli capire che avrei bisogno di sentirlo più vicino, ma le cose cambiano poco.
Decido di allontanarmi dall'altro. Quando lui mi dice "mi chiami solo per lavoro" gli rispondo che quando chiamo un amico per lavoro magari ci faccio anche due chiacchiere, ma i colleghi-amici non è che li chiamo così, dal niente.
La volta successiva in cui lo vedo gli racconto i dettagli di un fine settimana a Milano col mio fidanzato.
Mi applaudirei da sola.
Ma ogni vola che lui mi guarda sento un brivido assurdo nella schiena.
Sento il suo desiderio, e non capisco più niente.
Passano i mesi e in me continua la lotta fra razionalità e desiderio.
Con lui a volte sono ammiccante nelle risposte in un modo che mi fa sorprendere di me stessa, a volte sono scostante e gli dico cose del tipo "non scherzare, non trascendere".
Finchè non mi rendo conto che non posso lottare per sempre.
Un giorno mi chiede se può venirmi a prendere dall'ufficio e gli dico di sì.
Aperitivo.
Bacio sfuggente sulle labbra.
E sono sempre più incasinata.
mi rendo conto che non lo amo, nemmeno lontanamente quello che provo per il mio uomo.
Ma ho passato tutta la vita a reprimere gli istinti, ad essere affidabile, seria, ragionevole.
E all'improvviso non ne sono più in grado.
Il giorno successivo parliamo e lui mi dice che è impegnato, ha una compagna.
Io lo immaginavo, ma mi colpisce il suo appello al voler essere sincero e trasparente. E con lei? Non lo è di certo.
Avrei dovuto capire, ma ho voluto chiudere gli occhi.
Ma dice che la vita gli ha insegnato ad essere istintivo, a seguire i suoi desideri. Dice che non gli era mai successo prima. il mio ego ovviamente è alle stelle
Ci baciamo ancora. mi chiede di vederci nel suo studio il giorno dopo, di sabato.
Insiste e alla fine cedo. E' bello stare insieme, baciarci, accarezzarci, ma io sono una ragazzina, a credere che a lui basti. Vuole di più, ma io non me la sento. Le parole sono confortanti. "Non ti preoccupare, non deve per forza succedere, andiamo a fare colazione al bar, io ti desidero, ma vale anche la pena essere qui solo per dieci minuti a parlare con te."
Vado via più confusa che mai.
Ci penso e ci ripenso e arrivo al lunedì convinta di non desiderarlo ccosì tanto.
Finchè non ci vediamo. Finchè non mi chiama. Finchè non mi parla e mi dice che ha esagerato, che non sa cosa gli sia preso, è stato davvero troppo irruento.
Due gironi dopo ci vediamo ed io ho voglia di passare del tempo insieme.
Mi propone una sua casa dove va solo a volte. "non ti preoccupare, solo per stare un pò insieme, non deve succedere nulla se non ti va". illusa!
Dopo poche ore siamo nudi, anche se sul più bello mi ritraggo e gli dico che voglio andare a casa. Sono ancora troppo confusa. Lui è trenquillo e mi riaccompagna "non è che deve succedere per forza, magari non succederà mai, stai tranquilla" Il giorno dopo mi chiama per chiedermi come va.
Passo la giornata ad impedirmi di chiamarlo, al pomeriggio cedo, prendo l'auto e vado da lui, chiedendogli di scendere cinque minuti per dargli il regalo del suo compleanno. Stare con lui è sempre bello. Passiamo un'ora a parlare nel parco vicino, nonostante io continui a dirgli di tornare, lui rimanda sempre di cinque minuti.
Ma mi sono accorta che ultimamente non è parlare il suo obiettivo. So che vuole solo portarmi a letto.
Perchè lo faccio? Per questo sfarfallio al cuore che mi fa sentire quando mi guarda con quegli occhi pieni di passione e desiderio, come fossi la cosa più eccezionale che ci sia.
mi ha appena chiamata, chiedendomi se ero sola, perchè nel caso passava a salutarmi. Gli ho detto che ero con la mia coinquilina, ma poteva passare a vedere la casa. Dice che non può. Ma mi chiede quando possiamo vederci da soli.
gli rispondo freddamente che è molto difficile. Non voglio essere la sua bambola. Quando lui mi chiede perchè dico così ribatto che è dovuto ai suoi atteggiamenti e che non mi va certo di spiegargli. Mi saluta con la consueta dolcezza.
Ma cosa cerco? Cosa voglio?
Che casino in me... aiutatemi, se potete, a capirci qualcosa... e scusate per il post prolisso...ho cercato di sintetizzare..