Parliamo di "matti"
Di
, 30/06/2012 alle 14:09 (824 Visite)
Qualche giorno fa nel forum, un non registrato dalla mentalità trollesca, ha carinamente dato della schizofrenica ad una registrata e un altra forumista lo ha "bacchettato" spiegandogli che la schizofrenia colpisce solo le persone molto intelligenti che hanno pensieri complessi infatti solo l'1 per cento della popolazione ne è affetto.
Ovviamente non è così.
Non colpisce solo le persone intelligenti. Può colpire tutti. Stupidi e non. E' tendenzialmente ereditaria e devono concorrere molti fattori per farla sviluppare compreso il rapporto con la madre che sembra sia basilare per l'insorgenza.
E' qualche giorno che penso alla genitrice.
Il motivo è il suo compleanno. (come il natale, la pasqua o altre ricorrenze)
Appena passato..
In quei momenti la penso. La vedo in me.
Ormai sono anni che non abbiamo più nessun tipo di contatto ma...
Si dice che il ciabattino vada in giro con le scarpe rotte.
La sarta con gli orli scuciti.
E via di seguito.
Confermo.
Non ho mai scritto perchè anni fa decisi di scatenare la terza guerra mondiale in famiglia, chiamando a rapporto vivi e morti scuotendo l'ordine costituito e dogmato fatto di silenzi. Finte verità e tutto l'allegro repertorio.
Vengo da una famiglia di medici e matti. Di tutti i tipi.
Pure lo "stregone" omeopatico avevamo. E il patologo alla CSI.
E i matti. Erano "matti" veri e io, probabilmente riconoscendoli a naso, li attiro.
Non scherzo.
E' una cosa bella per me.
Racconterò.
Comunque.
Parliamo di schizofrenia.
Feci fare un tso a mia madre.
Contro tutti. E quando dico tutti.
Dico tutta la famiglia Tebana. Mattia compreso.
In un alzata di scudi che mi ha fatto poi partire l'embolo da terza guerra mondiale. Ma dopo.
Prima c'era la genitrice.
Arrivai che era ancora in piena crisi psicotica. Era in centro con Paolo. Al tavolo di un bar. Sconvolto.
E la genitrice che...
Non scorderò mai quegli occhi.
Assottigliati. Pieni di odio quando si sono posati su di me.
Le pupille piccole. Le iridi azzurre quasi inesistenti. Il viso tirato e bianchissimo. Un altra persona proprio.
-Mamma...-
-Stammi lontana.- e scappò.
Scappò letteralmente dal tavolo del bar.
Manco fosse alle olimpiadi.
Fu...improvviso, tanto che io e Paolo ci guardammo un attimo e poi. Dietro. ( e a momenti secco d'infarto)
nel frattempo mio padre con i suoi modi dittatoriali mi chiamava, intimandomi nel vero senso della parola di rivolgermi al dottor tal dei tali che lui avrebbe saputo cosa fare che...
Gli risposi solo che era basta.
Chiamai i carabinieri.
Paolo non voleva.
Arrivò Mattia.
Tutti in caserma.
Mio padre intanto con i suoi potenti mezzi aveva già chiamato il maresciallo ma grazie al cielo il maresciallo ascoltò me.
Non mio padre.
Non Paolo.
E nemmeno Mattia.
Conclusione.
Schizofrenia paranoide cronicizzata. Grave.
Si cura oggi la genitrice?
Naturalmente no, se non occasionalmente e a cazzo.
Il suo compagno non interviene.
Come non è mai intervenuto mio padre quando era suo marito.
Come non sono mai intervenuti gli altri.
Per carità...non le hanno fatto mancare niente, tranne la cura.
Perchè non è facile.
E la collaborazione del malato è basilare.
Perchè se lui non collabora.
E' solo un lento morire. E non puoi fare NIENTE.
ma prima della cronicizzazione si poteva fare. Ragionando.
Quando ancora lei, che non è mai stata dotata di ste grandi sinapsi, poteva "capire".
perchè me ne ero accorta io. Che ero "piccola". Che non avevo una laurea in medicina.
Ma vedevo. Ascoltavo. Elaboravo.
E c'erano dei fatti. Degli atteggiamenti che non erano già normali.
Un pò da film dell orrore per capirci. Alcuni davvero gravissimi.
Imperdonabili.
Non perdonerò mai nessuno di loro per questo credo.
Non lo so. Magari si. Chissà cosa succederà nella vita.
I morti ormai, cazzi loro.
Per quanto mi riguarda faccio solo in modo che la tomba di famiglia non sprofondi ma per il resto.
Cenere.
E i vivi...se vogliono cantare e suonare con me devono fare dei passi.
Senza quelli.
Cenere pure loro.
Gli schizofrenici, se non curati, hanno crisi psicotiche, negli anni, sempre più violente e ravvicinate, inframmezzate da periodi di quasi normalità.
Ogni crisi ammazza una quantità importante di neuroni.
Neuroni che non si riformano più.
Neuroni che porteranno alla demenza senza appello.
Sempre che il malato non uccida qualcuno o non uccida se stesso.
Quel tso da me voluto aveva scatenato "Bruciamo sul rogo Tebe!".
Con Mattia in prima fila.
Questo ad una madre non si fa.
Quante volte me lo ha ripetuto. Quante.
Dopo il tradimento, Mattia mi disse che fu quel momento che sentì incrinarsi qualcosa nel nostro rapporto.
Lo avevo spaventato a morte.
Si era spaventato per il modo con cui avevo fatto fare il tso a mia madre. La freddezza che avevo usato. Come se fosse una sconosciuta.
Si era spaventato per le cose che dissi ai miei famigliari e la durezza del mio comportamento.
Si spaventò della mia assoluta mancanza di rispetto verso la famiglia, perchè Tebe, certe cose non si devono dire.
E rimase scioccato quando chiusi il mio rapporto con tutti, senza se e senza ma.
Rimase allucinato quando mi chiamarono mesi dopo perchè lei aveva avuto un altra crisi psicotica e si era chiusa in bagno sostenendo cose assurde e ...
Io dissi semplicemente che non ne volevo sapere.
Perchè se sei quello che uccide me. Consapevolmente o inconsapevolmente. Puoi essere chiunque.
Ma io ti allontano.
Se chiedi aiuto ci sono. Anche se quell'aiuto potrebbe uccidermi. Ma devi collaborare.
Se no ti fotti.
Malattia o non malattia.
Parlai moltissimo con lo psicologo e lo psichiatra che curarono in quel periodo mia madre.
Mi aiutarono a non mollare. Furono davvero, insieme ai carabinieri, delle persone che rivelarono un umanità che non mi sarei aspettata.
In quelle quattro settimane di tso non la vidi. Lei non voleva.
Chiese una sola volta di me. A Mattia. Che invece voleva vedere.
-Sta bene mia figlia?-
-Si.-
-Peccato.-
Oggi questa frase è una cosa ironica che ci fa sempre sbellicare dalle risate quando ce la diciamo.
E ce la diciamo quando uno dei due fa qualche cazzata in casa tipo lui che pianta un quadro e spacca tutto il muro senza riuscire a piantare il chiodo e gli dico
-Ma stai bene?-
E lui -Si.-
E io -Peccato!- e giù a ridere.
Adesso mi sento molto meglio.
Avevo sta rogna allo stomaco da giorni e il commento della forumista di là mi ha fatto vedere la luce.
Ora vado a rimettermi la camicia di forza.
Rosa naturalmente.
Con vibratore incorporato. Ovvio.